I quadri della pittura italiana (XV - XVI
secolo)ospitati dalla Vecchia Pinacoteca di Monaco sono di:
Giotto, Beato Angelico, Sandro Botticelli, Fra Filippo Lippi,
Tiziano, Tintoretto , Raffaello, Antonello da Messina, Leonardo da
Vinci, Tiepolo, Francesco Guardi, Canaletto.
Una donna dalla bellezza ideale con un grande specchio ovale con cornice,
nel quale si vedono riflessi alcuni gioielli e un'ancella che sta rovistando
in un armadio per cercare degli abiti. Questo quadro mostra quell'armonia di
colori e di composizione tipica della produzione giovanile di Tiziano che
esalta la bellezza del soggetto, anche con una forte valenza sensuale.
Tiziano (1490-1576): Carlo V seduto (1548)
Per fare questo ritratto
dell'imperatore Carlo V Tiziano fu incaricato personalmente
dall'imperatore in persona per festeggiare la vittoria di Mühlberg
contro i protestanti. Fu sempre Carlo V a nominare Tiziano primo
pittore della corte asburgica. I colori vivi dello sfondo che
contrastano con l'abito nero dell'imperatore e l'estrema
precisione con cui l'artista riproduce ogni dettaglio del volto
sono una superba espressione dell'arte matura del pittore
italiano.
Quadri di Raffaello e Leonardo da Vinci:
Raffaello (1483-1520): Madonna della tenda (1514)
In questo quadro Raffaello usa con grande maestria le luci e le ombre per
creare un'impressione spaziale, tridimensionale. Lo spazio viene delimitato
dalla grande tenda che lo rende più intimo. Tutto questo, insieme alla
bellezza del volto della Madonna (quasi moderna) danno al quadro
un'atmosfera fortemente emotiva.
Leonardo da Vinci (1452-1519): Madonna del garofano (1473-1478 circa)
Già in quest'opera giovanile si nota tutta l'arte di Leonardo. I numerosi
disegni preliminari per questo quadro miravano soprattutto alle pose e ai
gesti del bambino per creare una composizione viva, anatomicamente corretta
e allo stesso tempo bilanciata. Il paesaggio nello sfondo non ha soltanto
una funzione decorativa, ma diventa esso stesso protagonista. L'elaborazione
degli effetti della luce tradisce una buona conoscenza della pittura
fiamminga. Vasari racconta che Verrocchio, di cui Leonardo era allievo,
prendendo atto che il ragazzo Leonardo "ne sapesse più di lui", per lo
sconforto abbandonò la pittura per dedicarsi alla scultura.