Moin Moin... è il saluto di qui, nel nord della Germania.
Un segno
di riconoscimento, in plattdeutsch (il dialetto del nord). Platt come tutto
qui, calmo e piatto, senza tempo. Perchè è questa la sensazione
che ti coglie approdato a Dangast, un paesino sul Mare del Nord di appena
550 abitanti.
Ci arrivi in auto
o in aereo (l'aeroporto più vicino è Brema servitissimo
dai low cost), poi vai su, dritto, verso Oldenburg, tutto segnato, facile,
per un'ora e mezza, se vuoi evitare l'autostrada. Un'ora e mezza che passi
tra gli sguardi liquidi delle mucche assonnate ai lati della strada. Arrivi, un negozio di antiquariato precede le ultime
centinaia di metri, poi parcheggi. A destra il mare, che sembra
disegnato da un espressionista, a strisce, ad olio, variazioni di azzurro e
di grigio, a sinistra una casa blu. Ti chiedi dove sei, se tutto questo è
vero.
Respiri, e hai solo un desiderio: scendere sulla spiaggia di sabbia bianca,
due chilometri, andare verso quel mare, strano, fatto di melma ed acqua,
fango scuro scivoloso. Quella che chiamo melma è invece il Watt: il mare che
si ritira, durante la marea bassa, per chilometri e lascia una immensa
distesa di fango, fatto di microrganismi essenziali per l'ambiente, vecchio
come il mondo. Speciale la sensazione sotto i piedi, torni bambino, ti
sporchi fino alle ginocchia e cammini, cammini con i jeans tirati su.
Un faro a Dangast, con la marea bassa
foto:
Dickelbers
L'acqua va e viene, è la marea, puoi pestare fango per ore e vedere il mare
alzarsi lento come una carezza che ti spinge a riva. I piedi gelati si
passano veloci sotto l'acqua di una pompa, vicino all'unico moletto di legno
che trovi.
È l'ora del Kurhaus, la casa della cultura,
perchè Dangast è pensiero, pittura, immagine, arte. Il
Kurhaus è torta al rabarbaro, rossa, morbida, umida, dolce - mit oder ohne
Sahne (meglio mit!). Una fetta non basta. Ti metti in coda con il tuo
vassoio, visi sorridenti, moin, ein Stück bitte. A volte
aspetti cinque minuti perchè è ancora in forno.
Fuori, al sabato e la domenica, c'è un mercatino, negozietti di vintage, un
pub caratteristico dove fanno un grog da urlo, mentre guardi il mare, a
tutto tondo, e ti chiedi cosa sei di fronte a quell'acqua che nella
profondità ha 40 milioni di anni, a quelle strisce di colori illuminate dal
sole.
Arriva un peschereccio nella baia di Sielhaven, è carico di gamberetti.
Magico, puoi comprarli lì direttamente, lì mangi aprendoli crocchianti con
le mani.
Quando sei tornato hai solo un pensiero: tornare là, a Dangast. Ma la prossima volta non
solo di lì e basta. Magari rifugiandosi in una di quelle casette con
scritto Zimmer frei o in un albergo dove ti coccolano. Con un camper
si potrebbe dormire là nel camping sul mare, addormentandosi con i gabbiani e
svegliandosi conchiglia.
Articolo di Anna Maria
Un peschereccio carico di gamberetti, approdato a Dangast
foto:
Anna Maria
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