Oggi nell’epoca della digitalizzazione la biblioteca si ammanta di nuovi
ruoli che non sono più solo conservativi, bensì sempre più sociali dove gli
utenti si incontrano, leggono e navigano. Così cambia anche l’architettura
di questi edifici, sempre più rispondenti ad una specifica identità oltre
che modernizzarsi e mettere a disposizione sempre più servizi per attirare
una maggiore utenza. Ci sono però biblioteche che segnano percorsi
attraverso la storia e la civiltà di un paese e per la Germania una di
queste è indubbiamente la Staatsbibliothek di Berlino - dai berlinesi
amichevolmente chiamata Stabi - le cui collezioni contano
tre milioni tra
libri e periodici.
Nel secondo dopoguerra la biblioteca subisce il destino di molte altre
istituzioni culturali di Berlino: la divisione della città porta a uno
sdoppiamento delle strutture, spesso solo per motivi politici: per non
lasciare all’altra parte della città il prestigio che queste istituzioni
rivestivano prima della guerra.
Dal 1990 in seguito all’unificazione della Germania Berlino molti musei e edifici culturali vengono
risanati. Anche la Biblioteca Nazionale rientra ovviamente nei progetti di
restauro.
Si decide di mantenere l’assetto duale della struttura, quindi le due sedi.
Quella sull’Unter den Linden, la
Haus 1,
è adibita alla
ricerca scientifica, storica e alla conservazione,
con testi pubblicati fino al 1955, mentre la
Haus 2 (Potsdamer Straße) ha le funzioni di una
biblioteca di uso
pubblico.
L’edificio di impianto guglielmino viene restaurato: la sala centrale
di lettura, con capienza di 250 posti (vedi la foto sotto) assume la forma di un grande cubo con
contrasti di materiali che indicano i 3 assi principali della costruzione.
Pietra, vetro e legno rimarcano le funzioni del luogo: legno per gli
scaffali, il vetro per la lettura e la definizione del volume della sala, la
pietra per i depositi e la conservazione. Ogni anno questa biblioteca
aumenta il proprio patrimonio di circa 100.000 unità.
La
Haus 2 è invece un massiccio edificio collocato tra il
Kulturforum e
Potsdamer Platz; conserva testi pubblicati dopo il 1955 esattamente dove
termina la collezione della Haus 1. I lavori iniziati nel 1967 si concludono solo nel 1978.
Architettonicamente aree di studio, di lettura e la sala conferenza salgono
come ampi terrazzamenti verso i magazzini; i rivestimenti sono costituiti da
lastre di alluminio color oro. Vi è un solo unico grande ambiente nel quale
gli spazi per lo studio e per gli scaffali aperti si fondono; non ci sono
muri che separano i lettori dai libri e ciò ha un chiaro messaggio
simbolico. La Stabi (come la Staatsbibliothek viene chiamano a Berlino) è
ormai un centro di ricerca riconosciuto in tutto il mondo.
Non è un caso che il regista Wim Wenders abbia scelto di ambientare in
questo luogo alcune scene della famosa pellicola
Il cielo sopra Berlino:
la grande sala di lettura con le sue gallerie, e i suoi scorci che producono
un meraviglioso effetto sono resi magistralmente dalla macchina da presa che
inquadra tutto dall’alto verso il basso rappresentando il punto di vista
degli angeli Damiel e Cassiel, coloro in grado di dominare l’intera
biblioteca avendo sotto i piedi il sapere librario e quello umano di chi
studia.