9 novembre 1918:
parlando da una finestra del Reichstag a Berlino
Philipp Scheidemann (SPD)
proclama la prima repubblica tedesca.
foto:
Erich Greifer
1918 - Fine della guerra:
Dopo la rovinosa fine della prima guerra mondiale e dopo una
spontanea rivoluzione la Germania diventa finalmente una
repubblica e una
democrazia
con i Socialdemocrazia al governo. Molti diritti ed istituzioni, che oggi sono normali in tutti i paesi democratici, nascono proprio in quei giorni. Per la prima volta anche le donne hanno il diritto di voto e i sindacati ottengono competenze importanti che possono migliorare la situazione dei lavoratori.
Sono gettate le basi per far crescere una nazione democratica.
Il trentenne Hitler, appena tornato dalla guerra, è profondamente impressionato e spaventato da questi
cambiamenti. Lo stato democratico con i suoi protagonisti socialdemocratici è esattamente il contrario di quello che aveva sognato e da qui nasce la sua decisione di entrare attivamente nella vita politica.
1919 - Hitler entra in politica:
Il partito a cui Hitler nel 1919 aderisce è un piccolo partito di Monaco, di importanza solo locale con un programma che si distingue soprattutto per il suo radicale antisemitismo. Hitler diventa presto indispensabile per questo partito perché si rivela un ottimo oratore, uno che nell'atmosfera delle birrerie di Monaco sa attrarre e ipnotizzare la gente. La scoperta delle sue qualità di oratore, che sorprende lo stesso Hitler, lo fanno presto il leader di questo piccolo partito, che sotto la guida di Hitler cambia nome e diventa il "Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori", il "NSDAP".
1919 - Il trattato di Versailles:
Prima di tutto la Germania fu costretta ad accettare
la responsabilità esclusiva per lo scoppio della
guerra, una grossolana semplificazione che non regge a un esame dei
fatti. Inoltre fu obbligata a pagare ingenti
riparazioni economiche agli Alleati, fissate a 132 miliardi di
marchi d’oro, una cifra enorme per l’epoca.
Molti tedeschi si sentono umiliati dalle condizioni
che questo trattato impose alla Germania. Il carattere simbolico e punitivo del trattato è troppo evidente per non suscitare delle reazioni anche violente.
Per la propaganda di destra è la cosa migliore che poteva capitare, e i partiti di destra, quello di Hitler in modo particolare, lo sfruttano per molti anni come uno dei più efficaci argomenti di propaganda, contro tutti quelli che vogliono invece stabilire buoni rapporti con gli ex-nemici.
1923 - L'inflazione:
Già dalla guerra si sentivano gli effetti di una inflazione abbastanza consistente e preoccupante. Per pagare gli enormi costi della guerra, il governo tedesco aveva cominciato a fare ciò che fanno tutti i governi, quando non sanno più come affrontare una montagna di spese incontrollabili:
stampava banconote, con le conseguenze inflazionistiche facilmente prevedibili. Questa inflazione, a partire dal 1922, comincia rapidamente ad aggravarsi. Il denaro perde valore a vista d'occhio. Prima si pagano pane, latte e patate con alcune migliaia di marchi, poi si passa ai milioni, per infine arrivare a miliardi e addirittura a
centinaia di miliardi di marchi.
Luglio 1923: un quotidiano di Berlino riporta la notizia
che 1 dollaro costa ormai 1 milione di Marchi
foto:
Deutsches Bundesarchiv
Gli operai vengono pagati ogni giorno, dal ufficio paga corrono subito verso il mercato per spendere tutto e subito, perché un'ora più tardi i prezzi potevano essere già raddoppiati e il giorno dopo le stesse banconote non valevano più nulla. 200 fabbriche di carta stampano, giorno e notte, nuove banconote, francobolli e altri valori con sopra delle cifre sempre più astronomiche.
Per saperne di più: L'inflazione del 1923
1923 - Il putsch di Hitler:
Durante il putsch del 1923:
alcuni putschisti fedeli a Hitler arrestano un consigliere comunale di
Monaco foto: Deutsches Bundesarchiv
Nella sua ultima fase questa disastrosa inflazione è alimentata anche da un
grande sciopero generale nel bacino della Ruhr, una resistenza passiva a cui
il governo stesso ha esortato contro l'occupazione francese di questa
regione. Ma la resistenza passiva provoca una totale paralisi dell'economia
e un ulteriore precipitare dell'inflazione.
Appena annunciata la fine dello
sciopero generale entra in campo Hitler. Adesso si era presentata la
situazione che aspettava da tre anni. Con l'appoggio del
Generale Ludendorff, un personaggio centrale dell'estrema destra, Hitler
tenta l'insurrezione a Monaco. Quello che ha in mente è una "marcia su
Berlino" simile a quella di Mussolini su Roma, avvenuta un anno prima.
Hitler fallisce, ma quello che in altri tempi e in altri paesi gli sarebbe
costato l'ergastolo, se non la testa, nella Germania del 1923 gli costa solo
un anno di prigione, dove viene trattato come ospite d'onore.
Alla fine del 1923 la giovane Repubblica di Weimar ha appena 4 anni. In
questi anni vide il tentativo di colpo di stato di Hitler, centinaia di omicidi
politici, un'inflazione senza precedenti nella storia e un conseguente
esaurimento dell'economia. Il paese è profondamente lacerato e le forme di
lotta politica a destra e a sinistra si stanno deteriorando. Per molti le
conquiste della democrazia non contano più nulla, anche perché
economicamente si sta peggio che prima della guerra.
Adolf Hitler, accanto al generale Erich Ludendorff (al
centro), e altri personaggi coinvolti nel putsch del 1923
foto:
Heinrich Hoffmann / Bundesarchiv
1924-1929 - Gli "anni d'oro" della Repubblica di Weimar:
Negli anni successivi, tra il 1924 e il 1929, succede invece qualcosa di sorprendente. I vincitori della guerra, soprattutto gli americani, cominciano a capire che non si possono fare buoni affari con un paese che, per le pesanti riparazioni di guerra, ha sempre l'acqua alla gola, e cominciano ad aiutare la Germania e
riducono il peso del pagamento delle riparazioni.
Il paese è ancora diviso, ma molta gente è stanca. Stanca delle risse politiche e dell'insicurezza. Nei cinque anni successivi la Germania vive un forte
rilancio economico. Sono i cosiddetti "anni d'oro" della Repubblica di
Weimar. Insieme ad una sorprendente capacità di ripresa economica, la
Germania dimostra una straordinaria vivacità in campo culturale. Cominciano
a fiorire il cinema, il teatro, la letteratura, la pittura, la musica, i
cabaret. Si diffonde un clima allegro e spensierato, la gente vuole
dimenticare la politica e la guerra, vuole guardare verso il futuro, vuole
star bene.
Hitler ha passato l'anno in prigione scrivendo il libro "Mein Kampf" in cui
getta la base teorica del suo pensiero e del movimento, che adesso vuole
costruire con più metodo ed organizzazione. Ma finché la gente sta bene Hitler non riesce a sfondare. Anzi, dal già deludente
3%, ottenuto nelle elezioni politiche
dopo il suo putsch fallito, scende a un
2,6% nel 1928.
Ciononostante Hitler è molto attivo. Riesce a trasformare il suo partito, che nel 1923 aveva ancora l'aspetto di un piccolo, disorganizzato gruppetto di avventurieri nazionalisti, in un sempre piccolo, ma adesso efficientissimo partito nazionale, che dispone nelle
SA, le cosiddette "Sturmabteilungen" cioè "reparti di assalto" di una vera e propria macchina da guerra contro gli altri partiti.
1929-1932 - La Germania precipita nella crisi:
Questo breve periodo positivo ha una brutta fine, quando, nel 1929, con il famoso "Venerdì nero" a New York crolla la borsa e inizia una lunga e profonda crisi economica mondiale.
La Germania il cui boom era basato in gran parte
su soldi americani è colpita più di ogni altra nazione. Il boom
precedente era superficiale e non ha risanato a fondo l'economia tedesca. Adesso il crollo è molto amaro. In pochi anni, dal 1929 al 1932, la Germania precipita in una crisi che sembra inarrestabile e che vede alla fine l'arrivo di Hitler al potere. Alcuni dati statistici possono far capire meglio questo dramma:
L'andamento dell'economia:
Prodotto interno lordo
Produzione industriale
Disoccupati
1928
100
100
1,3 milioni
1930
91
87
3,0 milioni
1931
80
70
4,5 milioni
1932
76
58
6,1 milioni
Prodotto interno lordo
Produzione industriale
Disoccu- pati
1928
100
100
1,3 mln
1930
91
87
3,0 mln
1931
80
70
4,5 mln
1932
76
58
6,1 mln
Hannover, 1929: coda di disoccupati davanti all'ufficio di collocamento.
A sinistra in alto si vede una scritta sul muro "Wählt Hitler" (Votate
Hitler)
foto: Deutsches Historisches Museum
I risultati elettorali:
%
Partito di Hitler
Altri partiti dell'estrema destra
Centro- destra, cattolici
Partito social- democratico
Partito comunista
1924
3,0
20,5
33,3
26,0
9,0
1928
2,4
14,2
30,2
29,8
10,6
1930
18,3
7,0
24,0
24,5
13,1
1932
37,4
5,9
15,1
21,6
14,5
1933
43,9
8,0
13,2
18,3
12,3
I risultati elettorali (1924-1928-1930-1932-1933):
Partito di Hitler
Altri di estrema destra
Centro-destra, cattolici
Social-demo-cratici
Co-mu-nisti
3,0
20,5
33,3
26,0
9,0
2,4
14,2
30,2
29,8
10,6
18,3
7,0
24,0
24,5
13,1
37,4
5,9
15,1
21,6
14,5
43,9
8,0
13,2
18,3
12,3
Oltre al proletariato, anche impiegati, artigiani, piccoli commercianti, insomma tutta la piccola borghesia tedesca è schiacciata dalle difficoltà economiche.
1930-1933 - La repubblica precipita nell'abisso:
La Repubblica di Weimar ha visto 21 governi in 14 anni,
5 elezioni politiche negli ultimi 6 anni,
fra il 1930 e il 1933 il numero di disoccupati raddoppia (vedi la statistica
sopra), la violenza politica sulle strade soprattutto tra comunisti e nazisti
aumenta, con morti e feriti quasi ogni fine settimana - tutto questo fa svanire ogni fiducia nella democrazia che entra in un'agonia irreversibile.
In questi anni i vari governi agiscono prevalentemente tramite decreti
presidenziali, vista l’assenza di maggioranze stabili in parlamento. Nelle
elezioni nel luglio 1932 il
NSDAP, il partito di Hitler, diventa il primo partito con
37,3% dei voti, ma Hitler rifiuta di entrare in un governo senza
poter essere cancelliere.
1933 - Hitler diventa cancelliere della Germania:
"La nostra ultima speranza: Hitler" Una locandina elettorale del
partito di Hitler (1933)
Per molti il violento antisemitismo di Hitler non conta, conta invece la
promessa di creare lavoro e di mettere fine al caos di cui sembra responsabile la democrazia. Adesso la propaganda di Hitler e l'organizzazione quasi militare del suo partito raccolgono i frutti. Più aumenta il consenso elettorale, più anche i grandi industriali, che prima avevano visto in Hitler solo un fenomeno politico un po' esotico e volgare, si interessano di Hitler.
Nel gennaio del 1933, il partito nazionalsocialista
era ormai da un anno quello più forte,
Paul von Hindenburg, il presidente del
Reich, nomina Hitler cancelliere. Hindenburg diffidava di Hitler e
disapprovava la violenza politica dei nazisti, ma non vedeva altra
possibilità. Inoltre sperava che, in un governo di coalizione con 12
ministri, in cui, oltre a Hitler, c'erano solo altri due ministri nazisti, Hitler poteva essere "controllato" come Cancelliere. Una tragica illusione.
1933-1934 - Hitler instaura la dittatura:
L'incendio del palazzo del Reichstag, nella notte del 27 febbraio 1933
Foto:
Autore sconosciuto
Un mese dopo, il 27 febbraio 1933, un
incendio doloso distrugge il palazzo del Reichstag, la sede del parlamento
tedesco. Hitler accusa subito, senza nessuna prova, i comunisti. Non sono
mai state chiarite le vere circostanze, ma è molto probabile che dietro
l'incendio stava proprio Hitler che lo voleva come pretesto per indebolire
il partito comunista e quello socialista.
Infatti, solo un giorno
dopo, il governo, su iniziativa di Hitler, emana un decreto che permette,
anche senza mandato, migliaia di arresti, soprattutto di membri e
parlamentari del partito comunista. Nel marzo dello stesso anno arriva un
altro decreto che dà pieni poteri a Hitler
che adesso può legiferare senza passare dal parlamento.
Le elezioni
del 5 marzo 1933, le ultime elezioni
almeno parzialmente libere (SPD e KPD erano massicciamente ostacolato nella
campagna elettorale), rafforzava ancora Hitler che adesso ottiene il
43,9%. Hitler si era aspettato di più, ma
il risultato era comunque sufficiente per continuare nel processo di
demolizione dei diritti civili.
Tra aprile e luglio 1933
vengono vietati, dopo il partito comunista, anche tutti gli altri partiti
politici e i sindacati. Il NSDAP diventa partito unico.
Quando, nel 2
agosto 1934, muore il presidente Hindenburg, Hitler assume, oltre
alla carica di cancelliere, anche quella di presidente del Reich,
proclamandosi Führer del Reich. Ora
Hitler può fare quello che vuole. E inizia subito a
preparare
la guerra.
Perché Hitler è arrivato al potere?
I 17 milioni di tedeschi che votano Hitler nel 1933 non sono 17 milioni di fanatici antisemiti, razzisti e nazionalisti, ma in grandissima parte persone stanche ed esauste che vogliono lavoro, la fine della insicurezza politica e la garanzia di un modesto benessere, e che non vogliono più sentirsi gli ultimi in Europa.
É evidente che non è stato Hitler a distruggere la democrazia di Weimar ma che è stata piuttosto la autodistruzione della democrazia a portare Hitler al potere. Fattori esterni hanno favorito questo processo: all'inizio c'era il trattato di Versailles, pesante per l'economia, ma forse ancora più negativo in senso psicologico, in quanto umiliava la Germania e forniva gratuitamente continuo materiale per la propaganda di Hitler.
Poi il crollo della borsa di New York e la conseguente crisi economica con 6 milioni di disoccupati.
Decisiva è stata la quasi completa mancanza di senso democratico in ampi strati della destra (che andava molto oltre il partito di Hitler).
Oltre al partito di Hitler, anche la destra non-nazista rifiutava fin dall'inizio, più o meno apertamente, la democrazia e cercava con tutti i mezzi a rovesciarla o a svuotarla di contenuto. Certamente anche i comunisti lottavano attivamente contro il sistema democratico
e hanno contribuito a creare, soprattutto negli ultimi anni della
repubblica, un forte clima di instabilità politica. Ma non erano mai un reale pericolo per lo stato.
Quando lo stato e l'economia erano - o almeno sembravano - forti, Hitler non aveva la minima chance di ottenere
grandi consensi elettorali. Hitler poteva avere successo solo quando l'avversario, cioè la democrazia, era debole. Nella prima grande crisi del 1923 tentò un colpo di stato, ma fallì. Allora la Repubblica vacillò ma non crollò. Nel 1933 invece, quando la democrazia era già esausta e marcia, arrivò al potere senza sparare neanche un colpo.