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I processi di Norimberga

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Berlino 1945
La liberazione di Dachau
in alto: Berlino 1945 - una città fantasma, in basso: I prigionieri del campo di concentramento di Dachau, dopo la liberazione da parte dell'esercito americano
foto:
Air Ministry Second World War Official Collection / United States Holocaust Memorial Museum
Berlino 1945
La liberazione di Dachau
in alto: Berlino 1945 - una città fantasma
in basso: I prigionieri del campo di concentramento di Dachau, dopo la liberazione da parte dell'esercito americano
foto: Air Ministry Second World War Official Collection / United States Holocaust Memorial Museum

La fine della seconda guerra mondiale:

Quando, l'8 maggio del 1945, la seconda guerra mondiale finì, la Germania era ridotta a un enorme campo di macerie. Questa guerra, fortemente voluta e cercata da Hitler, aveva portato al bilancio agghiacciante di 55 milioni di morti e 35 milioni di feriti e la responsabilità era unicamente della Germania di Hitler.

Nell'estate del '45 lo stato nazista non esisteva più, la Germania era occupata dalle truppe americane, sovietiche, inglesi e francesi. Il morale della popolazione era a terra, la fine della guerra era vista da molti con un misto di sollievo per la fine del terrore e di angoscia per una temuta vendetta dei vincitori. Furono gli alleati a decidere il destino della Germania.
Il banco degli imputati del processo di Norimberga Il banco degli imputati del processo di Norimberga Il banco degli imputati del processo di Norimberga
fonte:
U.S. National Archives

Perché questi processi?

Già nel 1943, i tre alleati contro la Germania nazista, gli americani, sovietici e gli inglesi, avevano pubblicato una comune dichiarazione annunciando un processo contro i responsabili nazisti di questa guerra, una volta che essa fosse finita. Nell'agosto 1945 gli alleati di cui ora facevano parte anche i francesi si misero d'accordo di formare un tribunale internazionale con 8 giudici, 2 per ciascuno dei paesi alleati che avrebbe dovuto condurre un processo contro 24 tra i massimi esponenti dello stato nazista.

Oltre a questo processo contro i principale responsabili del nazismo ci sono stati altri 12 processi con complessivamente 185 accusati: medici e giuristi, membri della polizia e della SS, capi industriali, ministri e alti funzionari dello stato nazista.

In realtà era previsto anche un processo separato contro Benito Mussolini ma, come disse Winston Churchill nelle sue memorie, "l'uccisione di Mussolini ci risparmiò una Norimberga italiano".

Perché fu scelta Norimberga per lo svolgimento del processo?

Il palazzo di giustizia di Norimberga Il palazzo di giustizia di Norimberga Il palazzo di giustizia di Norimberga dove si svolse il processo.
foto:
Straktur
Inizialmente il processo si doveva svolgere a Berlino, ma tra le rovine della capitale non c'era più nessun edificio e nessuna prigione adatto allo svolgimento - la terribile battaglia di Berlino nelle ultime settimane della guerra aveva praticamente raso al suolo tutto. Così fu scelta Norimberga dove il palazzo di giustizia e l'adiacente prigione erano rimasti quasi illesi dalle distruzioni della guerra. Norimberga aveva inoltre un valore altamente simbolico per lo stato nazista: era qui che Hitler tenne i congressi del partito nazista e la città era ritenuta la capitale ideologica del nazismo.
Quattro degli otto giudici del processo Quattro degli otto giudici del processo Quattro degli otto giudici del processo.
Da sinistra a destra: Iona Nikittschenko (URSS), Norman Birkett e Geoffrey Lawrence (Gran Bretagna), Francis Biddle (USA).
foto:
Straktur

Il processo principale:

Il processo principale iniziò il 20 novembre 1945 e durò fino al 1 ottobre 1946. Oltre ai 24 accusati dovevano essere processati anche Adolf Hitler, cancelliere della Germania e principale responsabile di tutti i crimini, Heinrich Himmler, capo della SS e della polizia e Joseph Goebbels, il capo della propaganda nazista, ma questi tre si erano suicidati già una settimana prima della fine della guerra. Nella lista degli accusati dovevano esserci anche Adolf Eichmann e Josef Mengele, due dei massimi responsabili del genocidio degli ebrei, ma entrambi erano riusciti a fuggire in Sudamerica.

I capi di accusa contro gli incriminati erano:
1. cospirazione per commettere crimini contro la pace,
2. aver pianificato, iniziato e intrapreso delle guerre d'aggressione,
3. crimini di guerra,
4. crimini contro l'umanità.


Un aiuto importante per l'accusa fu la collaborazione di un pentito importante, Erwin von Lahousen, uno dei capi dei servizi segreti di Hitler, che riuscì a smontare molte delle tesi della difesa. Alcuni degli accusati ritennero di non essere colpevoli perché avrebbero solo eseguiti degli ordini ai quali non potevano opporsi. Solo pochi mostrarono pentimenti per le loro azioni durante il nazismo. Una linea di difesa decisamente più aggressiva segui Hermann Göring, uno dei massimi esponenti del regime nazista, che negò al tribunale il diritto di giudicare gli accusati: essendo il processo tenuto dai vincitori della guerra poteva solo essere espressione di vendetta e non di giustizia. Tra l'altro, questa argomentazione viene portata avanti, fino ad oggi, anche dai neonazisti tedeschi.

Alla fine furono emesse le seguenti sentenze:
12 condanne a morte
3 ergastoli
4 condanne a 10, 15 o 20 anni di carcere
3 assoluzioni


Negli altri 12 processi contro medici e giuristi, membri della polizia e della SS, capi industriali, ministri e alti funzionari dello stato nazista con complessivamente 185 accusati, le sentenze furono:
24 condanne a morte
20 ergastoli
98 condanne da 18 mesi a 25 anni di carcere
35 assoluzioni.
Hermann Göring, Karl Dönitz, Rudolf Hess Hermann Göring, Karl Dönitz, Rudolf Hess Tre dei principali accusati del processo.
Da sinistra a destra:
Hermann Göring, capo dell'aviazione militare e uno dei massimi esponenti del regime nazista, Karl Dönitz, capo della marina militare e comandante supremo dell'esercito tedesco dopo il suicidio di Adolf Hitler, Rudolf Hess, il vice di Hitler.
foto:
United States Army Signal Corps photographer
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I limiti della "denazificazione" :

Molto più difficile della punizione dei grandi criminali fu invece l'individuazione e la neutralizzazione dei tanti piccoli nazisti ed opportunisti che avevano in fondo retto lo stato nazista. Con la cosiddetta "Entnazifizierung", cioè la denazificazione, si cercò di ripulire le istituzioni pubbliche dai nazisti compromessi o ancora convinti.

Ma stabilire delle precise responsabilità individuali era un'impresa difficile, in molti casi quasi impossibile. Con la denazificazione si aprì anche un campo vasto e praticamente incontrollabile di corruzione e di atti di vendetta personale. Inoltre, questa campagna fu condotta in modo molto diverso nelle 4 zone occupate dai vincitori della guerra. Alla fine numerosi colpevoli, tra i quali per esempio molti giudici, che durante il nazismo avevano costituito un aiuto importantissimo e accondiscendente per Hitler, rimasero non solo impuniti, ma continuarono anche a lavorare con gli stessi incarichi di prima, affermando o di aver cambiato idea o di essere sempre stati contro Hitler.
Denazificazione Denazificazione Dopo la guerra molte strade cambiarono nome. In questa foto: una "Adolf Hitler Straße" ridiventa "Bahnhofstraße" (Strada della stazione ferroviaria).
foto:
U.S. Federal Government

Le conseguenze del processo di Norimberga:

Il processo di Norimberga fu un evento che scosse profondamente la coscienza dei tedeschi. Molti sentirono per la prima volta da una fonte ufficiale i racconti delle terribili crudeltà che erano state commesse in nome della Germania e della cosiddetta "razza ariana". Altri sentirono solo la conferma di quello che si sapeva già o almeno si era intuito da molto tempo. Per molti fu comunque uno shock che provocò una vergogna profonda e che avrebbe lasciato, nella coscienza collettiva dei tedeschi, dei profondi segni che sono percepibili ancora oggi.

Nei 20 anni dopo la guerra molti tedeschi volevano solo una cosa: dimenticare. Il modo più efficace di scrollarsi di dosso la responsabilità per quello che era successo durante il nazismo fu per molti affermare di non avere visto, sentito e saputo niente dei crimini dei nazisti. Solo a partire degli anni '60 e '70 iniziò in Germania una rielaborazione collettiva del nazismo, non sempre facile, spesso osteggiata e per molti dolorosa.
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